Fit Test qualitativo e quantitativo: la salute degli operatori al centro
Il Fit Test rappresenta uno step cruciale in ottica di protezione della salute degli operatori impegnati in ambienti potenzialmente pericolosi.
Si tratta, infatti, di un processo che consente di stabilire l’efficacia e l’idoneità di un facciale filtrante (che si tratti di una maschera intera, di una semimaschera o di una semimaschera filtrante).
Tale tipologia di DPI, infatti, fornisce una protezione adeguata esclusivamente se è assicurata la tenuta sul volto.
Anche le normative attualmente vigenti stabiliscono l’obbligatorietà dell’esecuzione del Fit Test per gli apparecchi per le vie respiratorie (APVR) a tenuta.
Cos’è il Fit Test? Le diverse tipologie
Come appena anticipato, il Fit Test è una prova che viene effettuata per verificare che, nel momento in cui si indossa un dispositivo di protezione delle vie respiratorie, non vi siano infiltrazioni che andrebbero a mettere in pericolo l’operatore.
In particolare, esistono due tipologie di Fit Test:
- Fit Test qualitativo. Coinvolge la percezione del gusto o dell’odore. All’individuo, infatti, viene fatto indossare un cappuccio in cui è presente un orifizio, attraverso il quale viene immessa una sostanza dal sapore dolce o amaro. Il soggetto dovrà dire se percepisce o meno il sapore. In questo modo, viene fornita una misura soggettiva riguardo alla qualità della tenuta del respiratore indossato.
- Fit Test quantitativo. Si tratta di un metodo più preciso, che prevede l’utilizzo di uno strumento specifico, il Portacount, per contare e misurare il numero di particelle presenti nell’area di respirazione. Il metodo restituisce il cosiddetto “Fit Factor”, ossia un valore numerico che decreta o meno il passaggio del test.
Dopo aver effettuato il test quantitativo, all’operatore viene fornito un report con il risultato ottenuto. È bene ricordare, in ogni caso, che si tratta di una prova obbligatoria.
L’esito del test stabilisce che il dispositivo impiegato non presenta infiltrazioni e che dunque è in grado di proteggere da rischi gravi, permanenti e perfino mortali.
Focus sulla tenuta del respiratore
Un aspetto a cui il Fit Test dedica grande attenzione è la tenuta del respiratore. Che cosa significa? Che il dispositivo deve aderire in modo perfetto al viso, evitando che l’aria, le particelle e i contaminanti vi penetrino.
In questo caso, anche i più piccoli dettagli possono influire. Per gli uomini, ad esempio, persino una breve ricrescita della barba può creare punti di ingresso e vanificare l’efficacia del DPI.
E sempre in quest’ottica, durante la prova è essenziale valutare anche la compatibilità con altri dispositivi di protezione individuale, come occhiali di sicurezza, otoprotettori, schermi facciali, elmetti e tute.
Perché effettuare un Fit Test: i requisiti legali
Tutti i professionisti che utilizzano dispositivi di protezione delle vie aeree devono effettuare la prova del Fit Test. Inoltre, lo stesso datore di lavoro è tenuto a garantire strumenti sicuri e il più tecnologicamente avanzati possibili.
Tale concetto è evidenziato sia nella Normativa Europea UNI EN529 che nel DGL8 81/08, che esplica il principio della massima sicurezza tecnicamente fattibile.
Non solo. Anche la Normativa UNI 11719 pone un accento particolare sui DPI per le vie respiratorie.
Si basa su quattro punti fondamentali, che includono:
- Aggiornamento dei criteri di selezione dei DPI per la protezione delle vie respiratorie.
- Formazione sull’uso corretto dei DPI.
- Fit Test obbligatorio per i DPI a tenuta.
- Gestione della manutenzione dei DPI dedicati alle vie respiratorie.
Il servizio di Fit Test qualitativo e quantitativo di Work Secure
Work Secure è fra le principali aziende italiane a promuovere ed effettuare Fit Test qualitativi e quantitativi.
Potendo contare su un’esperienza affinata in oltre 15 anni di attività, è in grado di fornire ai clienti un servizio preciso e all’avanguardia, utilizzando strumenti totalmente sicuri e certificati.
Si pone così come un partner affidabile ed efficiente, contribuendo a proteggere la salute degli operatori e a promuovere la massima efficienza nell’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie.