EN 1150
La norma EN 1150 definisce i requisiti tecnici e i metodi di prova per gli indumenti ad alta visibilità destinati all’uso non professionale. Si applica ai capi progettati per segnalare visivamente la presenza di un utente in condizioni di luce diurna e in ambienti scarsamente illuminati, quando esposti a fonti di luce artificiali, come fari di veicoli. Non riguarda invece gli accessori.
Descrizione della normativa EN 1150
La norma EN 1150 regola la progettazione e le prestazioni degli indumenti ad alta visibilità destinati a un utilizzo non professionale, stabilendo criteri minimi per la visibilità in condizioni di luce diurna e illuminazione artificiale. Specifica le caratteristiche tecniche dei materiali utilizzati, che devono garantire un’adeguata retro-riflettenza e fluorescenza.
È necessario che i materiali fluorescenti impiegati rispettino coordinate cromatiche precise, definite in funzione della luminanza. Quelli retroriflettenti, d’altra parte, sono soggetti a test rigorosi di misurazione della riflettività.
La norma prevede, poi, test di resistenza al degrado causato da lavaggi ripetuti, esposizione a radiazioni UV e altre condizioni ambientali, per assicurare la durabilità dell’indumento e l’efficacia del segnalamento visivo nel tempo.
Requisiti e caratteristiche degli indumenti per situazioni non rischiose
A differenza dei DPI destinati agli ambienti di lavoro, gli indumenti coperti dalla norma EN 1150 non sono concepiti per resistere a condizioni estreme, come quelle riscontrate in cantieri o aree industriali. Tuttavia, devono comunque soddisfare standard minimi di visibilità.
L’efficacia visiva dell’indumento dipende dalla corretta distribuzione delle superfici ad alta visibilità. I materiali fluorescenti, progettati per interagire con la luce diurna, e i materiali retroriflettenti, destinati a riflettere la luce diretta da fonti artificiali, devono essere posizionati in modo tale da offrire una copertura a 360 gradi, assicurando che l’utilizzatore sia visibile da ogni angolazione.
Inoltre, la norma impone che l’indumento mantenga le sue dimensioni e proprietà fisiche anche dopo ripetuti cicli di lavaggio e uso prolungato, senza subire restringimenti o deformazioni che possano compromettere la visibilità o la funzionalità.
Contesti di applicazione dei capi destinati all’uso non professionale
Gli indumenti disciplinati dalla norma EN 1150 possono essere utilizzati durante attività ricreative e di mobilità personale, tra cui ciclismo, jogging o passeggiate in aree trafficate. In queste situazioni, l’interazione con veicoli o altri pericoli è sporadica e non richiede una protezione continua contro rischi elevati.
Oltre all’uso in ambito stradale e ricreativo, i capi conformi alla EN 1150 trovano applicazione in ambienti semichiusi o chiusi, come parcheggi sotterranei o zone ad accesso limitato, dove le condizioni di illuminazione non garantiscono una percezione visiva ottimale.
I metodi di prova stabiliti dalla norma EN 1150
La norma EN 1150 prevede specifici metodi di prova per valutare l’efficacia e la durabilità degli indumenti ad alta visibilità destinati a usi non professionali:
Resistenza del colore. Il tessuto degli indumenti ad alta visibilità deve mantenere la propria vivacità cromatica per garantire la sicurezza. La resistenza del colore viene valutata esponendo il tessuto a una lampada ad arco Xenon per simulare l’effetto della luce solare. Inoltre, si testa la resistenza del colore ad agenti esterni come i liquidi di lavaggio e i solventi per lavaggio a secco.
Misurazione del colore. Otto colori fluorescenti, dal verde al rosa fluo, sono definiti per l’uso. La misurazione spettrofotometrica viene eseguita sia su materiale nuovo che su provini esposti ad arco Xenon per valutare la conformità del colore.
Stabilità dimensionale. La norma EN ISO 13688 richiede che gli indumenti di sicurezza mantengano la loro forma e dimensione nel tempo. Tale parametro viene verificato valutando la stabilità dimensionale dopo ripetuti trattamenti, come lavaggi domestici, industriali e a secco.
Test del nastro riflettente. Le proprietà di retro-riflettenza del nastro vengono testate con un fotometro, che misura la quantità di luce riflessa verso il punto di origine. La riflettività viene valutata sia su materiali nuovi che pretrattati per garantire la loro efficacia a varie distanze.
Valutazione dell’indumento. Gli indumenti vengono classificati in base al loro utilizzo previsto e valutati per assicurarsi che siano ergonomicamente sicuri.
Test chimici. La Direttiva DPI richiede che i materiali utilizzati negli indumenti non siano nocivi per chi li indossa. I test chimici vengono effettuati per rilevare la presenza di sostanze vietate o limitate, garantendo la sicurezza dei materiali ad alta visibilità.